Vivere non è un gioco da ragazzi storia vera ?

Vivere non è un gioco da ragazzi è una fiction di 3 puntate diretta da Rolando Ravello. I fatti si ispirano al romanzo di Fabio Bonifacci “Il giro della verità”. Stefano Fresi e Nicole Grimaudo interpretano Marco e Anna, lui un idraulico, lei una barista ed ex stella di periferia. Sono genitori di Lele, un ragazzo problematico, e vivono nella periferia bolognese arrancando sul filo del fine mese. Vivere non è un gioco da ragazzi è tratto da una storia vera?
Vivere non è un gioco da ragazzi storia vera, chi è Lele ?
Al centro della storia c’è Lele, interpretato da Riccardo De Rinaldis, un ragazzo di umili origini, studioso, sportivo, solo un po’ sgangherato dall’adolescenza. Ama l’irraggiungibile Serena e, come spesso accade alla sua età, si butta nelle cose senza pensare troppo alle conseguenze. Serena è bella, simpatica, intelligente, empatica, è la ragazza perfetta ma nasconde un male oscuro che solo lei conosce.
Vivere non è un gioco da ragazzi tratto da una storia vera? A cosa si ispira la serie tv
Lele e tutti i personaggi della fiction non sono realmente esistiti, ma incarnano perfettamente i giovani di oggi, i cosiddetti Millenials. Una delle battaglie portate avanti dai ragazzi è infatti l’emergenza ambientale. Ma il tema principale della serie è lo “sballo” che porterà Lele in una tragica catena.
Rolando Ravello «I giovani come Lele non hanno ideali, i genitori sono pieni di sensi di colpa»
Il regista Rolando Ravello ha commentato «Non è vero neanche un po’ che i ragazzi del 2020 sono fuori controllo o stupidi o vuoti o chissà che altro. Credo invece che manchi il tessuto familiare, con genitori pieni di sensi di colpa e un mondo di figli che non hanno più neanche quel barlume di ideali che hanno salvato molto di noi a quella età. Hanno invece i social, una piazza globale rischiosa e faticosa. Servirebbe una pacificazione, incontrarsi senza paura di confrontarsi».