Discorso di fine anno 2021 (di Alberto Fuschi)

Cari lettori, ringraziandovi infinitamente del vostro affetto che ci avete dimostrato anche questo anno, ecco il nostro umile e sincero discorso di fine anno 2021. Partiamo purtroppo dalle note dolenti. Il cinema italiano è in crisi profonda, inutile nasconderlo. Usciamo dal campanilismo dell’élite che si ostina a dire che tutto va bene o che addirittura la situazione è migliorata rispetto agli anni precedenti. Niente di più falso. In realtà il problema non è la qualità delle proposte. Quest’anno, o almeno quando le sale hanno riaperto dopo mesi e mesi di chiusura, sono usciti film italiani molto promettenti. I dati però parlano chiaro, gli incassi sono stati ben al di sotto delle aspettative. Alcuni registi hanno capito che era meglio rifugiarsi sulle piattaforme on demand. Persino Sorrentino con “È stata la mano di Dio” unico film italiano candidato nei preliminari del prossimo Oscar, ha riportato la sua opera su Netflix riscontrando un successo maggiore rispetto alla sala fisica. “Io sono Babbo Natale” l’ultimo film con protagonista Gigi Proietti dopo appena un mese è passato su Prime Video con risultati eccellenti. Dello stesso avviso “Come un gatto in tangenziale 2” e tanti altri ancora. Persino Carlo Verdone, Gabriele Muccino e Ficarra e Picone hanno esordito nella serialità italiana.
Stiamo rinunciando alla magia della sala per la comoda poltrona di casa? Forse è stata una decisione forzata. La responsabilità principale del crollo degli incassi, si attesta almeno un -71% nell’ultimo triennio e -73% presenze (guarda la classifica del Box Office), è da attribuire sicuramente alle stringenti norme di sicurezza che hanno portato alla chiusura definitiva di centinaia di sale cinematografiche, anche le più maestose. Giuste o sbagliate che siano, ad oggi è diventato praticamente impossibile partecipare a una proiezione. I costi inaccessibili, biglietto + tampone + mascherina FFP2+ Super GPass, rendono poco gradevole quel che deve essere uno svago e allora è meglio restare a casa. Per milioni di italiani sprovvisti della prima dose, poi, non c’è possibilità di entrare neanche senza l’obsoleto GP Base. Lo spot del Ministero della Cultura pubblicato la scorsa estate è soltanto un sogno ed è rimasto tale. Nonostante le stesse regole di sicurezza, il teatro sta vivendo un’improvvisa e inaspettata rinascita. Tantissimi attori italiani hanno scelto di tornare sul palcoscenico.
Noi abbiamo avuto l’onore di assistere al primo spettacolo nel post seconda ondata, esattamente il 6 maggio scorso a L’Aquila. Da allora, gli spettacoli teatrali non sono mancati e il pubblico, fortunatamente, ha detto sì. Forse perché c’è voglia di socialità e il contatto tra attori e spettatori è diventato più attraente rispetto al teleschermo. Ma il vincitore indiscusso dell’annata è la serialità. Sulle reti ammiraglie e sulle piattaforme streaming sono aumentati gli ascolti e le visualizzazioni. Eppure, soprattutto nell’ambiente, c’è ancora chi snobba il prodotto ritenendolo scadente. Forse occorre fare una rivalutazione, perché evidentemente i tempi stanno cambiando. Noi pensiamo e penseremo per sempre che l’attore va giudicato universalmente e non dalla singola performance. Sbagliato suddividere cinema, teatro e fiction in A, B e C. Il discorso è semplice. Il talento o ce l’hai o non ce l’hai. Non pensate? Tornando a noi, siamo soddisfatti dai risultati ottenuti. Siccome ci piace essere trasparenti e sinceri ecco la metrica di quest’anno: più di 3 milioni di clic e 50,6 milioni di impressioni totali, potete verificare nello screen sotto. Grazie a tutti voi. Un felice 2022, si spera, a tutti a voi e allo spettacolo italiano.

Blog di Alberto Fuschi
Giornalista iscritto presso l'Ordine Nazionale dei Giornalisti. Blog Magazine: Piper Spettacolo Italiano