Vita da Carlo recensione della serie tv con Carlo Verdone

Dopo oltre 40 anni di onorata carriera, Carlo Verdone imbocca per la prima volta la strada nella serialità italiana e lo fa raccontando se stesso. Vita da Carlo assume i toni leggeri della sitcom all’italiana e non è sicuramente una storia autoreferenziale, ma un bilancio sincero che tocca il passato, il presente e il futuro del grande artista romano. Già, proprio Roma è la protagonista indiscussa della serie Amazon che si sviluppa nei luoghi simbolo della capitale, ma anche e soprattutto all’interno e all’esterno dell’abitazione dell’attore. La trama iniziale risulta lenta e a tratti incomprensibile per poi alleggerirsi negli episodi seguenti, in totale 10 da mezz’ora, che si possono tranquillamente gustare in una serata. In realtà, quel che non si capisce in avvio sono appunto i personaggi che circondano Verdone. Reali o fittizi? Max Tortora è la spalla fedele di Verdone e anche lui interpreta se stesso, quasi una caricatura a dire il vero. La parte dei figli è impersonata da Caterina De Angelis, figlia di Margherita Buy storica collega di Verdone, e Filippo Contri, entrambi avuti dalla moglie impersonata da Monica Guerritore, che però non è realmente la compagna di Verdone.
Nel corso delle puntate appariranno altri attori, ma non nelle loro vesti. Ad esempio, Paolo Calabresi e Rocco Papaleo incarnano personaggi inventati, a differenza di Morgan e Alessandro Haber, reali ma fin troppo caricaturali. La parte più interessante e credibile è quella sulla candidatura di sindaco di Roma. Riscopriremo un Verdone romantico che cercherà di conquistare il cuore di una farmacista. Tutto si concluderà in pieno stile Verdone, un finale malinconico ma non scontato.