
Recensione di Figli con Valerio Mastandrea e Paola Cortellesi, l'ultimo film scritto da Mattia Torre
Figli, l’ultimo film scritto da Mattia Torre e diretto da Giuseppe Bonito, è un autentico manuale per le coppie di oggi che vorranno avere un figlio, o meglio il secondo figlio. Sara (Paola Cortellesi) e Nicola (Valerio Mastandrea) sono l’esempio dei genitori del nostro tempo, descritti come eroi pur facendo cose che qualche tempo fa sembravano ordinarie. Lo si nota dallo scontro generazionale che avverrà tra Sara e sua madre, nonna dimissionaria come il padre di Nicola (nonno paterno). La coppia è sola, senza compagnia. Nicola ha un amico giornalista, interpretato da Stefano Fresi, che non ama particolarmente i figli pur avendone due. Nel salotto c’è sempre quella finestra aperta dove a turno Sara e Nicola si gettano simulando il suicidio. In realtà è una visione immaginaria, la voglia di mollare tutto all’improvviso è forte. Due lavori poco soddisfacenti. Nicola lavora in una pescheria, Sara fa l’ispettrice sanitaria nei ristoranti. La prima figlia non accetterà inizialmente l’arrivo del piccolo Pietro. Ricorreranno a una dottoressa altamente costosa, ma poco efficace e a una babysitter viterbese, la meno peggio in circolazione dopo una serie di colloqui. Figli suddivide la vita genitoriale di oggi in 8 capitoli. Arriverà tra questi anche il tradimento. Geniale l’idea di sostituire il pianto del neonato Pietro con la fastidiosissima sinfonia di Beethoven. Del resto, la sceneggiatura viaggia sulle opere di Mattia Torre, morto prematuramente lo scorso luglio. Presenti in alcuni cameo gli altri amici più cari: Andrea Sartoretti, Paolo Calabresi e Valerio Aprea. In fondo, tra genialità e imperfezione, possiamo dire “Grazie Mattia Torre per averci lasciato questo bellissimo regalo”.


