Il Primo Re ripercorre la storia di Romolo e Remo. Con Alessandro Borghi e Alessio Lapice
Il Primo Re conquista di diritto l’attenzione dei botteghini. Non si tratta soltanto di mitologia. Alessio Lapice (Romolo) e Alessandro Borghi (Remo) sono i protagonisti assoluti dell’alba di Roma. Lontano dagli schemi documentaristici, l’opera di Matteo Rovere mette in primo piano la brutalità del 753 a.C. Girato interamente nel bosco di Foglino, Borghi e Lapice sguazzano nella melma e nel fango per tutta la prima parte del film.

La rinascita delle lingue morte. Garrone sfida Gibson
L’elemento che caratterizza la pellicola è senza il dubbio la lingua, il protolatino. Una scelta azzeccata e originale. Forse un pò pesante per chi vuole apprendere passo per passo la comunicazione degli interpreti. Il Primo Re è sicuramente un capolavoro interamente italiano, seppur in concomitanza con il Belgio. Da sottolineare, però, l’esclusiva creazione dei costumi, dei trucchi, dei combattimenti e degli effetti speciali a cura della troupe italiana. Alle location si aggiungono Nettuno, Manziana e Viterbo. Rovere è uno specialista degli effetti speciali. Non possiamo non dimenticare un’altra opera degna di nota “Veloce come il Vento”, vincitrice di 15 premi. Tale strada può essere facilmente ripercorsa anche dall’ultima fatica del giovane regista romano. Il cinema italiano si arricchisce con un nuovo genere tutto da scoprire. Un passo in avanti che attende la massiccia risposta da parte del nostro pubblico.
Quasi un anno di post-produzione per gli effetti speciali
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